Secondo l’economista De Grauwe, è “utopistico pensare che da Dubai possa venire uno sforzo comune contro il climate change mentre il mondo è percorso da tensioni di questa portata”
Non le assenze di Joe Biden o Xi Jinping, che erano determinanti per prendere accordi politicamente validi. Né l’ingombrante presidenza del summit di Sultan Al Jaber, capo della Adoc, la compagnia petrolifera degli Emirati e protagonista dell’industria che si vuole imbavagliare. Il fantasma che turba la Cop28 inaugurata a Dubai con gran fanfara da re Carlo d’Inghilterra giovedì scorso (si chiude il 12 dicembre), è la guerra.
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