“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.“
Comincia con questa citazione dal Manifesto del Turismo Responsabile approvato a Cervia nel 2005 da parte della Associazione Italiana del Turismo Responsabile, il mandato di coordinatrice del Gruppo di Lavoro e di Azione del CETRI-TIRES (GLATR) sul turismo responsabile di Annamaria Tardia, membro del nostro comitato scientifico e operatrice del settore del turismo con lunga esperienza nel settore, che poi continua sempre citando il Manifesto di Cervia
“Nella pratica, questa affermazione si traduce nella tendenza degli operatori turistici sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa, della sostenibilità ambientale, della equità di genere e alle buone pratiche in generale, a fare molta attenzione a che il turismo responsabile sia ideato, realizzato e complessivamente gestito in maniera tale da non generare dei fenomeni di iniquità sociale ed economica, soprattutto a danno delle popolazioni delle regioni ospitanti il turismo stesso.
Questo significa che tutti gli “attori” di una esperienza di Turismo Responsabile, e quindi “il turista”, l’”organizzatore” e la comunità locale ospitante devono essere consapevoli di essere ognuno, per ciò che lo riguarda, coinvolto in un rapporto che non deve essere “focalizzato” sulle esigenze solamente dell’uno o dell’altro, o nel quale le esigenze dell’uno prevalgono su quello dell’altro…bensì in una dinamica complessa in cui tutti devono rispettare, preservare (ed a volte ideare ex novo) gli equilibri funzionali ad una sana, sostenibile e redditizia sopravvivenza degli altri protagonisti dell’esperienza turistica. E qualora non lo siano tutti noi dovremo operare tutti affinché lo diventino“, continua Annamaria Tardia.
E’ oramai chiaro a tutti gli operatori di settore che non esiste una sola definizione di Turismo Responsabile, e che è non possibile né ragionevole dare una spiegazione accettabile di questa pratica identificandola (o peggio sovrapponendola), di volta in volta, con altre pratiche che, invece, ne sono solo accezioni o specificazioni, ovvero: “turismo consapevole”, “ecoturismo”, “turismo culturale”, “turismo comunitario”, “turismo sostenibile”, “turismo equo-solidale”.
Il Turismo Responsabile, in realtà, è la “somma” di queste pratiche, o attraverso la scelta di realizzare viaggi che si ispirino anche solo ad una di esse, che però sia correttamente esercitata e non entri in conflitto con le altre.
Ad ognuna di queste pratiche, infatti, si deve riconoscere la dignità di specificazione del “turismo responsabile”, ma al tempo stesso esse devono essere tutte interconnesse e abilitanti in un’ottica di Turismo responsabile.
In altre parole, il Turismo, per essere responsabile, deve avere un approccio “olistico” e garantire il rispetto dei diritti di tutti su tutti i piani da quello sociale, a quello ambientale a quello professionale a quello culturale, e deve garantire anche un approccio il più distribuito e democratico possibile alla gestione delle risorse turistiche, in una ottica totalmente rifkiniana di Terza Rivoluzione Industriale nella quale si operi una effettiva redistribuzione del potere e della ricchezza creata sul territorio dalle attività turistiche e si preservi il patrimonio naturale per le future generazioni, incoraggiando tutte le strutture turistiche a divenire Green, e premiando maggiormente quelle che lo sono e che ne fanno anche una bandiera comunicativa.”
continua la coordinatrice del GLATR, che poi conclude
In pratica…è sicuramente positivo l’approccio ecoturistico attuato nel rispetto dell’ecosistema, dell’agricoltura e dell’alimentazione rispettose delle tradizioni locali e del territorio all’interno del quale si svolge il viaggio, ma è necessario anche il rispetto dell’elemento umano e sociale che compartecipa alla sua attuazione (ad esempio il rispetto dei diritti dei lavoratori coinvolti nella realizzazione del pacchetto eco-turistico), ed è proprio su in quest’ottica “olistica” che si indirizzerà l’azione di studio e di intervento e di valorizzazione delle risorse locali che il GLATR intende intraprendere.
Ad Annamaria e a tutto il GLATR i migliori auguri di buon lavoro da parte di tutto il CETRI-TIRES