IL LAVORO CREA IL FUTURO, è lo slogan della CGIL in questa fase di campagna congressuale, e anche la FILT-CGIL regionale di Roma e del Lazio, è rimasta in tema con il suo congresso che si è svolto il 18 e 19 gennaio a Roma intitolato proprio IL LAVORO CREA IL FUTURO.
Con questa occasione il futuro è arrivato a Roma sotto forma di l’H2M, il mezzo di trasporto del futuro, appunto. La FILT CGIL è da sempre particolarmente attenta alle dinamiche della sostenibilità messe in pratica nelle attività di ogni giorno, e infatti già da qualche anno consuma solo energia certificata verde fornita dalla Égreen ai suoi uffici di Piazza Vittorio. In tal senso la CGIL ha voluto completare il dibattito congressuale riservando una particolare attenzione all’evoluzione del trasporto a zero emissioni verso le tecnologie dell’idrogeno, esemplificate magistralmente proprio dal mezzo a idrogeno H2M. Attualmente non ci sono distributori di idrogeno a Roma ma questo non è un problema per l’H2M perché l’idrogeno se lo produce autonomamente. Naturalmente si tratta di un prototipo sperimentale ed è chiaro che comunque la questione dei distributori per il trasporto a idrogeno in città va affrontata e risolta in tempi molto stretti anche in considerazione del fatto che l’Europa a stabilito che a partire dal 2035 non sarà più possibile immatricolare auto che non siano a zero emissioni, e questo presuppone un enorme sforzo impiantistico sia per le colonnine di ricarica dell’elettrico che per i distributori di idrogeno in ogni città italiana.
L’ H2M (forma contratta di H2 Mobile), è il primo veicolo terrestre in grado di produrre e stoccare energia rinnovabile mediante idrogeno, anche tramite batterie. È arrivato a Roma stamattina, in occasione del Congresso FILT CGIL di Roma e del Lazio, fermandosi in Piazza Vittorio, dove ha iniziato a produrre energia rinnovabile direttamente dal sole grazie al suo ampio tetto fotovoltaico. «Noi siamo un sindacato da sempre attento all’evoluzione delle tecnologie nel settore dei trasporti», spiega il Segretario Generale per Roma e il Lazio Eugenio Stanziale, «e quindi non abbiamo voluto perdere questa occasione di dare uno sguardo al futuro attraverso questo mezzo che ha anche un valore didattico e dimostrativo» ha poi concluso.
Sotto al tetto fotovoltaico si apre una sala riunioni equipaggiata con tecnologie all’idrogeno e alimentata in tutti i suoi bisogni energetici da una cella a idrogeno prodotto dal furgone. Questa sala riunioni viene utilizzata come aula didattica per le scolaresche interessate alla illustrazione e allo studio delle tecnologie dell’idrogeno, ma anche per convegni e riunioni operative su questo tema che diventa di attualità sempre più grande.
La motrice del mezzo contiene un display di tutte le tecnologie rilevanti per produrre e utilizzare l’idrogeno, e viene utilizzata come sala di dimostrazione delle tecnologie dell’idrogeno, sia gli elettrolizzatori per dissociare la molecola dell’acqua che le fuel cell per riassociarla e produrre elettricità.
«Questo è l’inizio di un viaggio cominciato alla conferenza sul clima, la COP 21, che si tenne a Parigi a fine 2015 – afferma il presidente della Fondazione H2U, il fisico Nicola Conenna, (autore del libro “Idrogeno Il Nuovo Oro, che è arricchito da vari contributi, fra cui quello di Angelo Consoli, Presidente del CETRI, che ha spiegato come l’idrogeno sia al centro delle strategie di sostenibilità dell’Europa da ben 20 anni).
«L’idrogeno», continua Conenna, «è una tecnologia ormai matura, e rappresenta la punta di diamante della nuova strategia del Green Deal Europeo perché permette di portare a maturità le tecnologie rinnovabili e massimizzare il loro contributo per combattere i cambiamenti climatici, perché grazie all’idrogeno l’energia prodotta dalle energie rinnovabili può essere usata 24 ore su 24 anche di notte quando il fotovoltaico non produce energia o durante la bonaccia quando le pale eoliche sono ferme».
L’ambizione dell’Università dell’idrogeno, – H2U, creatrice del mezzo è quella di dimostrare tramite questo prototipo, come le strategie europee vadano nella direzione giusta come ricorda Angelo Consoli, co-fondatore insieme a Nicola Conenna e Giampiero De Meo dell’Università dell’Idrogeno a Monopoli in Puglia.
«L’Europa ha fatto questa scelta vent’anni fa» ricorda ancora Angelo Consoli «e con la Comunicazione 301 del 2020, ha proposto degli obiettivi estremamente ambiziosi: 40.000 MW di elettrolizzatori installati per produrre idrogeno entro il 2030 e ben 6.000 entro il 2024, per investimenti da 780 miliardi di euro e un mercato da 630 miliardi su scala europea al 2030», conclude Consoli.
«Il vero problema non sono né i soldi né le tecnologie ma la formazione di tecnici soprattutto per le tecnologie dell’idrogeno» gli fa eco Giampiero De Meo, che nell’Università dell’Idrogeno tiene i… cordoni della borsa per i vari progetti, «infatti questo nuovo modello energetico proposto dall’Europa con il Green Deal presuppone un enorme intensità occupazionale, ma si tratta di figure professionali che in questo momento sono praticamente inesistenti. Ecco perchè è nata l’Università dell’idrogeno, come una vera e propria Hydrogen School in grado di sopperire ai vuoti formativi lasciati dall’accademia tradizionale» conclude De Meo, ricordando che a parte il CITERA del prof. Livio de Santoli pro Rettore de La Sapienza, e poco altro, non ci sia in Italia un piano per formare i tecnici che dovrebbero andare sul mercato a installare gli elettrolizzatori della strategia europea.
Un tentativo in questo senso è stato fatto dal Parlamento Europeo attraverso l’Eurodeputata Rosa D’Amato che ha fatto condurre uno studio per la creazione di un Hydrogen Cluster a Taranto secondo le strategie europee, proprio a Consoli e de Santoli, come ricorda lo stesso de Santoli a margine del convegno della FILT CGIL, attirando l’attenzione sul fatto che « l’Italia, a differenza di altri paesi, è lontana anni luce dal raggiungimento degli obiettivi proposti dall’Europa in materia di idrogeno.
Come ha ricordato Angelo Consoli, uno studio effettuato dal RINA in occasione della conferenza sull’Idrogeno tenutasi il 25 Novembre all’Ufficio dei Roma della Commissione Europea, fa emergere che con soli 2,4 MW di elettrolizzatori istallati in Italia, e con soli 119 MW programmati, siamo indietro di 20 volte rispetto agli obiettivi europei (per maggiori informazioni https://www.grandacademy.it/ ).
L’ H2M che è lungo 15 metri, è dotato di una sala multimediale, un impianto fotovoltaico da 6 kWp ed è stato realizzato dalla Fondazione H2U – “The Hydrogen University” – con sede a Monopoli, in Puglia grazie al cofinanziamento da parte della Regione Puglia, con l’apporto di fondi Carbon Tax-Ministero dell’Ambiente e con una parte della spesa a carico della fondazione stessa, in partenariato con l’Università Aldo Moro di Bari.
L’H2M è un prototipo unico nel suo genere, perché combina produzione e stoccaggio di energia rinnovabile attraverso l’idrogeno, e dovunque vada riesce ad attirare l’attenzione del pubblico non necessariamente specialistico.
Nicola Conenna a Roma con l’H2M.